Al centro dell’alpeggio c’è la caséra, la costruzione dove si depositano i formaggi e le ricotte per la salatura e la conservazione temporanea… La necessità di sorvegliare il bestiame durante il pascolo di notte, lontano dalla baita dei pastori, era risolta con una particolare forma di ricovero temporaneo, il bàit. Sul lato opposto, piega a sinistra, risale per un tratto il dosso, fino ad intercettare un sentiero più marcato che proviene da sinistra (dalle baite della Corna, m. 1785, a monte delle due baite di quota 1699: volendo, possiamo anche scegliere, quindi, di salire, per prati, a vista, dalle due baite a quelle della Corna, stando a sinistra di una macchia di larici, per poi imboccare questo sentiero che parte sul loro lato di destra). gande, poi su traccia di sentiero, al crinale che separa la val Lunga verso sud-ovest (destra), fino a raggiungere un bivio: le indicazioni ci Penultima domenica di agosto, io e mia moglie pensiamo ad un'uscita tranquilla in Valtellina. Procediamo verso nord sul sentierino che confluisce in una pista sterrata, ed in breve, superata una valletta, raggiungiamo un ripiano, inatteso su un versante caratterizzato da una ripidità che pare una sfida alla gravità newtoniana. Il sentiero attraversa una noiosa fascia di ontani e taglia lo sperone, traversando in piano sul lato opposto. Al Scendiamo su un largo e tranquillo canalone erboso, verso ovest-nord-ovest, tendendo leggermente a destra e giungendo in vista delle baita di quota 2112, nella parte alta dell’alpe Canale. Partiremo da Campo Tartano (m 1034 slm) attraversando il “Ponte sul cielo” che, con i suoi 140 m d’altezza, è il ponte tibetano più alto d’Europa, sospeso sopra la forra terminaTartano. Un’escursione in Val Lunga fino a tre bacini alpini e picnic con salumi Menatti Andiamo alla scoperta dei laghi di Porcile, tre graziosi laghetti alpini che si affacciano sui pianori della Val Lunga, una delle vallate che caratterizza il paesaggio della Val Tartano. lato occidentale della valle). Anche qui troviamo una baita costruita con la tecnica della cardana. Trekking: l'anello della Val Tartano • Media tappa ore 6 dislivello salita m. 1100, discesa 1100 m. • Tipo percorso: ad anello • Pranzo al sacco con propri viveri Rientro: Ore 18.00 partenza da Tartano Un tempo le loro foglie erano molto apprezzate, perché il gambo è succoso e dolce, e con le foglie molto giovani e tenere si cucinava anche una minestra, la "menéstra cui lavazìi"; venivano, poi, utilizzate per avvolgere burro, mascarpa e stracchini. All’interno, in un soppalco ricavato nelle capriate del tetto alloggiavano due pastori.” Il sentiero scende verso nord, passa per la baita isolata di quota 1998, attraversa una valletta, tocca la baita isolata di quota 1943, supera una seconda valletta e raggiunge la casera di Boninvento, a quota 1821 metri. Oltre l’omonimo bivacco, all’altezza di un capanno seguiamo il segnavia 163 per il Püstarèsc e per il pizzo della Pruna, appunto il Sentiero dei ponti.Sempre sull’itinerario 163 attraversiamo il maggengo Fopp e, di nuovo nella pecceta, saliamo al punt dèla Pescia, un ponticello in legno. scende a ridosso del torrente che forma alcune marmitte dei giganti seminascoste Vero è che il soprannome degli abitanti della frazione era “Tetuu”, che vale “grandi bevitori”. Superato il torrente Cuminello, siamo alle belle baite di Arale, che conservano l’antica struttura della base in muratura e della parte rialzata parzialmente in legno. per quello di sinistra che ci porta, poco oltre una baita isolata (vedi Pila di Tartano 27-9-1985”. L'anello Val Lunga - versante occidentale della Val Madre, per il passo di Dordonella e la bocchetta di Cogola, - GALLERIA DI IMMAGINI - CARTE DEL PERCORSO, Apri qui una panoramica sulla Val Tartano dalla bocchetta di Cogola, Apri qui una fotomappa della salita al passo di Dordonella. passo dobbiamo arrivare, ma vale la pena evitare il percorso diretto, optando A destra (sud) della prima baita un’altra traccia, poco marcata, prende a destra ed effettua una traversata, salendo gradualmente, fino ad attraversare, a quota 1750, il ramo settentrionale del torrente Dordonella. quale dobbiamo scendere. Zona solitaria, panoramica sui sottostanti Laghi di Porcile e sulla Val di Tartano in Valtellina. di sentiero che ne risale il fianco erboso meridionale. Riprendiamo la camminata verso nord, quasi in piano e, traversata una nuova valletta, giungiamo all’epicentro di questo collage di contrade, annunciato dal campanile della chiesa di S. Antonio, l’antica Sparavera (oggi più frequentemente denominata S. Antonio, m. 1443). Il sentiero, molto marcato, resta basso, alla sua destra, e scende diritto fino alla sua parte bassa, proseguendo poi con qualche serpentina fra larici ed ontani, prima di prendere a destra ed attraversare il torrente del Gerlo. Esso era utilizzato nel caso in cui la permanenza dei pastori in una certa parte dell’alpeggio superava i 5-6 giorni. Dalla baita di Vallocci Alta inizia la parte più difficile della traversata, non per la presenza di passaggi delicati o esposti, ma per la necessità di prestare attenzione a non perdere la traccia. valle. (m. 1140), dalla quale risaliamo all'automobile percorrendo una strada asfaltata. Sempre prestando attenzione a non perdere la traccia, discontinua, ci affacciamo all’alta Valle della Matta, il cui nome non rimanda allo squilibrio mentale, ma probabilmente agli ometti che vi si trovano (chiamati anche “matt”). Sparavera è nome intrigante, riconducibile al milanese “sparavée”, cioè “sparviero”. Ignorata una deviazione a sinistra, scendiamo diretti, con pochi tornanti, fino ad intercettare la pista di Val Lunga appena prima della galleria paravalanghe della Pila. Superato Branzi , a poca distanza da Foppolo , a sn la strada per S.Simone , che termina al parcheggio alto (ultimo breve tratto non asfaltato, il resto pieno di buche). Siccome si tratta di un percorso classico, si trova indicato su diversi cartelli ed è interamente coperto dai segnavia rosso-bianco-rossi. In prossimità dell’attacco del facile versante sotto il passo la traccia si fa più evidente e porta, con alcuni tornanti, ai 2316 metri del, Dalla baita di Vallocci Alta inizia la parte più difficile della traversata, non per la presenza di passaggi delicati o esposti, ma per la necessità di prestare attenzione a non perdere la traccia. Alle sue spalle, più o meno sulla sua verticale, si vedono una baita isolata e la cima Vallocci, che da qui mostra un profilo piuttosto sfuggente. Anello di Granito Cartografia Report News Contatti Menu Val Tartano Val Fabiolo Accesso: Sirta Dislivello: 1010 m (da 290 a 1300 m) Tempi: 5 h Difficoltà: itinerario su mulattiera e sentiero. La copertura veniva realizzata di volta in volta con elementi provvisori, per esempio una struttura in legno e un telo. Al di là di questa chiesa vi è il monte che divide la regione dal territorio di Bergamo.” Ed in effetti guardando a sud i due principali passi verso la bergamasca, di Porcile e di Tartano, si distinguono facilmente. Su una baita ristrutturata di Pra di Ules troviamo un secondo dipinto, che raffigura una Sacra Famiglia circondata da due santi. Tagliato il costone, ci affacciamo alla Valle di Boninvento, ad una quota di circa 2000 metri. Dal Dopo l'asfalto c'è un tratto in cemento, cui segue l'ultimo pezzo con fondo in ghiaia. dalla val Brembana e, dopo averlo percorso in direzione ovest, scendiamo L'anello Val Tartano-Val Madre L'anello Val Lunga - versante occidentale della Val Madre, per il passo di Dordonella e la bocchetta di Cogola SECONDA GIORNATA: Rifugio Casera di Dordona-Baita Vallocci Alta-Valle della Matta-Val È questo il punto più alto della traversata e da qui inizia la lunga e diretta discesa che riporta alla Pila. DESCRIZIONE DELL'ESCURSIONE L’itinerario che andremo a percorrere (detto anello della Val Tartano), parte da Tartano, risale la Val Lunga e fa ritorno al punto di partenza scendendo prima per la Val di Lemma e poi per la Val Corta. Se però siamo buoni camminatori, potremmo anche allungare di alcune ore Rifaccio per la seconda volta l’anello dei Laghi di Porcile, raggiungendo il Passo di Tartano dalla Valle Lunga, salendo in Cima Lemma, scendendo al Passo di Lemma per infine rientrare alla Baita del Camoscio dal sent. (m. 2095), su una traccia di sentiero che parte dal lato occidentale del Qui la lasciamo per proseguire diritti ed i mmetterci sul sentiero che, procedendo in direzione sud-sud-est, porta alla casera ed ai laghetti di Porcile (si tratta del "sentér de la Crus de Purscìl"). Si tratta di una costruzione molto allungata (20-30 metri) a un solo piano, con muratura in pietrame a secco e tetto a due falde con manto di copertura in piode selvatiche (se il fronte verso valle è aperto la costruzione prende il nome di tecia)… I baituu ospitavano fino a 90 capi di bestiame. Il ponte ci porta sul lato sinistro Lasciamo, dunque il sentiero per la casera di Porcile ed imbocchiamo questo sentierino, che ci porterà in val Dordonella. Nel 2018 è stato costruito in Val Tartano nella bassa valtellina il ponte tibetano più alto d’Europa. Proseguiamo diritti, verso nord, seguendo il sentierino che taglia il versante che scende ad est della cima Vallocci, segnato da tre valloncelli. La forma di alcuni portali e finestre tradisce un influsso veneziano (in età moderna Bergamo e le sue valli appartenevano alla Serenissima Repubblica di Venezia), ed alcuni documenti nell’archivio parrocchiale parrebbero dimostrare la dipendenza della chiesa dei Santi Giovanni ed Antonio dalla parrocchia di Valleve Bergamasco. Per poi raggiungere, seguendo i segnavia su un percorso che comincia a salire cominciamo a salire prima di raggiungere le baite, Oltre il vallone, la traccia ci lascia di nuovo, ma, dopo aver piegato a destra e risalito senza difficoltà un dosso erboso (da studiare in funzione della discesa), siamo, alfine, al bel. Pieghiamo quindi leggermente a destra e scendiamo alla baita di quota 1772, proseguendo verso nord-est, in direzione del margine superiore del bosco. Fra le famiglie che lo abitavano in passato gli archivi hanno conservato i nomi di Laurenzo de Bulanti del Fondrino (1503), Giovanni e Camino del Fondrino, Francesco detto Turco (1556), Turco Battista (1614), Turco Matteo (1556), Carlo Laurenzi (1580), Brisa Giò Antonio (1558) e Giò Pietro Turco (1670). L’anello della Val Fabiolo e il Ponte Tibetano La Val Fabiolo è una perla racchiusa nelle pieghe della bassa Valtellina. Per raggiungere il punto di partenza dobbiamo salire in Val Tartano, staccandoci dalla ss 38 dello Stelvio sulla destra, per chi proviene da Milano, dopo il viadotto del Tartano. Qui piega a destra e comincia a traversare verso nord il circo terminale della valle, fra massi e radi pascoli, con quale saliscendi, fino a raggiungere la base del ripido canalino che adduce alla bocchetta Cogola. su un ponte il torrente che scende dalla val Dordona. Più comodo e meno faticoso, anche se più lungo, è però il percorso che passa per il passo di Dordonella, posto sulla depressione che chiude ad est la valle. I tronchi della parte lignea, poi, sono incastrati negli angoli con la tecnica del block-bau o cardana, importata in Valtellina dai Walser. Da qui il panorama sia verso il fondo della Val Lunga, con il passo di Porcile, il monte Valegino ed il passo di Tartano, che in direzione opposta, verso nord (Val Tartano con il Culmine di campo e, sul fondo, la cima del Desenigo nel gruppo del Masino) è già molto suggestivo. La distribuzione interna degli spazi è simile a quella della baita in muratura, con il paiér (il focolare), il supporto girevole in legno per la culdèra e un ripiano sul quale si poggiavano i formaggi ad asciugare. Per raggiungere il passo dalla baita della Cima dobbiamo volgere a destra (sud-est), attraversando un ampio recinto delimitato da bassi muretti a secco, per poi proseguire, su traccia, verso il fondo della valle, sempre rimanendo a sinistra del torrente. I tre Laghi di Porcile sono situati tra il Passo di Tartano (m. 2108) ed il Passo di Porcile (m. 2290), alla testata della Val Lunga che è la diramazione verso SE della Valle di Tartano. a sinistra quello per i laghi ed il passo di Porcile. Dopo qualche tornante, raggiungiamo una zona battuta da slavine, e qui la traccia diventa assai incerta, ed in alcuni tratti quasi indistinguibile; non ci sono, però, problemi, perché, quando gli ontani si aprono un po', vediamo, più o meno sulla nostra verticale, la casera più bassa di Dordona (m. 1989), che possiamo raggiungere anche salendo a vista. Questa struttura consiste essenzialmente nei quattro muri perimetrali e in una apertura a valle per l’accesso. Per raggiungerlo dobbiamo superare il vallone scavato dal ramo meridionale del torrente Dordonella, che il sentiero riattraversa, da destra a sinistra, in un tratto in cui è ben visibile e sostenuto da un muretto a secco; il problema, però, è arrivare al guado, perché prima la traccia non è sempre visibile e, nel punto in cui aggira il modesto dosso prima del vallone, è ben nascosta da una fascia di antipaticissimi ontani. Prima del ponte, però, il sentiero, diventato ampia mulattiera lastricata, Scendiamo prendendo leggermente a sinistra (nord-est), su debole traccia, passando per il rudere di quota 2225 m. e raggiungendo la baita di Vallocci alta (m. 2057). Superato un vallone raggiungiamo la baita Palà (m. 1764), sulla parte alta della valle omonima. Dal passo dominiamo l’intera alta Val Madre, con il passo di Dordona alla nostra destra. Imbocchiamo così la Pedemontana orobica ma la lasciamo quasi subito prendendo a destra e salendo lungo la provinciale della Val Tartano, che dopo 12 tornanti ci porta a Campo Tartano. La speranza è che si proceda alla sua pulitura, perché la val Dordonella è fra gli angoli più belli ed escursionisticamente più interessanti della Val Tartano. Grande e, seguendo i segnavia che si staccano verso ovest dalla sua sponda Da Tartano parte, infine, una carrozzabile che si addentra in Val Lunga (mentre la Val Corta non è percorribile con mezzi motorizzati), toccando le frazioni di Valle (m. 1237), Rondelli (m. 1276), Piana (m Torniamo dunque alla casera di lemma Alta (m. 1986) e, invece di scendere verso il fondovalle, seguiamo il sentiero che, aggirando un ampio dosso, ci porta all'alpe gemella che chiude ad occidente l'alta val di Lemma. Ma il panorama più bello è quello verso est, e mostra uno splendido spaccato delle cime della catena orobica centrale. presentazione. Il sentierino passa a valle del rudere quotato 2095 metri e tocca il rudere quotato 2059 metri, mentre a sinistra la valle è dominata dalla rocciosa cima quotata 2487 metri, scendendo poi ad intercettare un sentiero più basso e marcato (possiamo utilizzare anche questo, intercettandolo scendendo verso nord-est dalla baita Vallocci Alta), che si porta al costone roccioso che separa la Valle della Matta dalla Valle di Boninvento. Un lavatoio coperto in cemento (che ha sostituito quello precedente probabilmente in pietra) resta come muto testimone di un’antica vita di comunità che oggi rivive parzialmente nei mesi estivi, quando le case rammodernate diventano sede di una gradevole villeggiatura. lago e sale facilmente fra qualche roccetta. I Turchi, quindi, c’erano davvero. Per raggiungerlo: staccarsi dalla s.s. 38 all’altezza del ponte sul fiume Adda fra Talamona ed Ardenno (indicazioni per la Val di Tartano) e percorrere un tratto della Pedemontana Orobica (senza salire verso Tartano). A Tartano possiamo fermarci a visitare la bella chiesa (m. 1210), prima in località Barbera, dove la val di Lemma si congiunge con la val Budria. presentazione. Esiste anche, nei luoghi più remoti a monte di Prata Camportaccio, in Val Chiavenna, un’alpe Sparavera. Lasciamo, dunque il sentiero per la casera di Porcile ed imbocchiamo questo sentierino, che ci porterà in, Dopo qualche tornante, raggiungiamo una zona battuta da slavine, e qui la traccia diventa assai incerta, ed in alcuni tratti quasi indistinguibile; non ci sono, però, problemi, perché, quando gli ontani si aprono un po', vediamo, più o meno sulla nostra verticale, la, Dobbiamo salire alla casera di quota 2071, a nord-est della prima (si tratta di un bel baitone che vediamo in alto a sinistra): anche in questo caso se perdiamo la traccia (cosa non difficile, dal momento che è visibile solo a tratti), possiamo salire a vista, in diagonale, puntando al baitone e cercando di non stare troppo bassi. Qui la strada diventa sentiero, entra in un bosco e comincia a guadagnare (Massimo Dei Cas, www.paesidivaltellina.it), Copyright © 2003 - 2021 Massimo Dei Cas Designed by David Kohout, Difficoltà (T=turistica, E=escursionistica, EE=per escursionisti esperti), GIORNATA UNICA: La Pila-Arale -Val Dordonella-Passo di Dordonella-Baita Vallocci Alta-Valle della Matta-Val Boninvento-Valle e bocchetta di Cogola-Casera del Gerlo-La Pila, PRIMA GIORNATA: La Pila-Arale -Val Dordonella-Passo di Dordonella-Baita Vallocci Alta-Rifugio Casera di Dordona, SECONDA GIORNATA: Rifugio Casera di Dordona-Baita Vallocci Alta-Valle della Matta-Val Boninvento-Valle e bocchetta di Cogola-Casera del Gerlo-La Pila, SINTESI. Anello Storico per pensionati Crostata innovata per Eleonora In Val di Mello Ottobre nei Cech Anello Chempo-Poira Dalla Val Fabiòlo alla Val Tartano Una casa nei Cech (12) -ciao alla stanza delle femmine!-Una casa nei Cech ANELLO VAL TARTANO e VAL FABIOLO (SO) – spring percorso 3D: https://bit.ly/2M4SEMY – foto: https://bit.ly/2YTx8wr – Escursione che si percorre 2 vallate: Val Tartano e Val Fabìolo. Sempre prestando attenzione a non perdere la traccia, discontinua, ci affacciamo all’alta, Non procediamo però sul sentiero principale che scende alla casera ma pieghiamo decisamente, Seguiamo ora il sentiero che per un buon tratto sale ripido verso ovest, fino ad un, Scendiamo su un largo e tranquillo canalone erboso, verso ovest-nord-ovest, tendendo leggermente a destra e giungendo in vista delle, Qui ignoriamo il sentiero che va a destra e traversa all’alpe Torrenzuolo e scendiamo verso sinistra, tagliando una fascia di radi larici e portandoci presso la parte alta di una fascia di prati.

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